di Sabrina Signorini.
Le associazioni culturali non vogliono opporsi o sostituirsi ad altre forme di coinvolgimento e/o di partecipazione sociale, ma, al contrario, promuoverle, favorirne l’integrazione organica sul territorio, evidenziarne i punti di forza cercando sempre di privilegiare ciò che unisce e di favorire una gestione creativa, volta al positivo, di ciò che inizialmente divide.
Un’associazione, dunque, mira naturalmente a essere un luogo di:
– incontro, ascolto, confronto, dialogo, convivialità;
– sviluppo d’intelligenza sociale, costruzione di senso di appartenenza;
– elaborazione di chiavi di lettura positive della realtà;
– esplicitazione di esigenze, disagi, conflitti, desideri, sogni;
– integrazione organica tra forze vive presenti nel territorio;
– ricezione e coltivazione d’idee già dallo stato nascente;
– elaborazione di risposte condivise, progettazione di attività da svolgere insieme;
– sperimentazione e apprendimento;
– facilitazione e sostegno d’iniziative utili alla comunità;
– creazione di un patrimonio sociale in termini di competenze, valori, esperienze, tradizioni.
La cultura, di cui un’associazione così concepita si fa promotrice, è intesa in primo luogo come crescita della persona, in modo libero, privo di materialismo e di opportunismo, attraverso la condivisione di valori e la coltivazione degli esempi e degli stimoli migliori che provengono dalla storia, dalle arti, dallo sport, dalle tradizioni, locali e di tutto il mondo, dalla liberazione della propria creatività.
Dott/ssa Signorini Sabrina.
Continua a Settembre 2014